L'INTERVISTA A

ANTONIO SABIA

Barista del Black pepper a Potenza 

Antonio Sabia

Descrivi l’esperienza di Artista del panino.

L’esperienza di Artista del Panino è stata una bella sorpresa. Ho trovato una bellissima zona di confort in cui confrontarmi: ambiente giovane, passione condivisa, colore, musica.

Come hai vissuto la sfida finalissima, la sfida tecnica?

Vengo dal mondo delle competizioni ma raramente, così come questa volta, ho sentito la pressione della gara.

Sono arrivato con un progetto e una linea di idee molto precisa e sono felicissimo di aver conquistato il palato e la fiducia dei giudici.

Ho conosciuto tanti colleghi professionisti con tante idee e progetti ambiziosi; convinto che la cucina sia studio, conoscenza e soprattutto contaminazione.

La Finalissima è ancora nei miei occhi e nella mia memoria perché è stata adrenalina pura; un viaggio sull’ottovolante. Non conoscere gli ingredienti con i quali cucinerai e soprattutto l’idea principe di chi ha immaginato quella sfida è pura energia. Nel primo minuto non ho distolto mai lo sguardo dagli ingredienti della mistery perché stavo immaginando la combinazione perfetta tra tutti gli elementi. Il taglio del trancio di tonno è stato determinante. Sono molto fiscale sul mio lavoro ed ho sempre a cuore la grammatica della composizione di un panino, per cui ho immediatamente pensato che il taglio longitudinale si adeguasse perfettamente alla silhouette della focaccia.

Come ti immagini il tuo anno da Artista del panino?

Immagino un anno pieno di opportunità di crescita che mi permetta contemporaneamente di portare avanti l’idea e il concetto secondo cui il panino risiede nell’olimpo dei piatti da ristorante e non teme confronti con quella che “una volta” veniva chiamata “cucina classica”.